Mercoledì sera, 9 aprile, in occasione della seconda rappresentazione dell’opera Die Liebe der Danae di Richard Strauss, le sigle sindacali Slc Cgil e Snater daranno vita a un volantinaggio informativo rivolto alla cittadinanza davanti al Teatro Carlo Felice di Genova, a partire dalle ore 19:00.
Obiettivo dell’iniziativa è sensibilizzare il pubblico sui temi legati alla vertenza sindacale che coinvolge da mesi il teatro lirico genovese, con particolare attenzione alla situazione dei lavoratori a chiamata, una delle categorie più fragili all’interno dell’organizzazione teatrale.
Focus sui lavoratori a chiamata: contratti precari e tutele assenti
Tra le varie criticità denunciate dai sindacati, emerge l’utilizzo crescente dei cosiddetti “contratti spezzatino”, ovvero contratti giornalieri o temporanei, che se da un lato consentono risparmi significativi per la Fondazione, dall’altro mettono in seria difficoltà economica i lavoratori coinvolti.
La recente cancellazione della Prima di Die Liebe der Danae è un esempio emblematico: molti professionisti a chiamata hanno perso la possibilità di firmare il contratto per quella giornata, vedendo sfumare un’occasione di guadagno già estremamente incerta.
Una precarietà che dura da anni
Per i lavoratori coinvolti, queste situazioni non rappresentano eccezioni ma episodi ricorrenti, che si aggiungono a una condizione lavorativa già fragile e penalizzante. Secondo quanto riportato da Slc Cgil e Snater, la precarietà si manifesta in molteplici forme, tutte accomunate dalla mancanza di tutele e sicurezza.
I sindacati sottolineano la necessità urgente di adottare contratti più equi e rispettosi, che riconoscano il valore e il contributo delle maestranze a tempo determinato. L’obiettivo è garantire diritti, stabilità e dignità professionale a chi, ogni giorno, contribuisce al funzionamento di uno dei simboli culturali della città.
La richiesta ai vertici del Teatro Carlo Felice
Slc Cgil e Snater tornano a chiedere un confronto aperto con la direzione del Teatro, affinché si intraprenda un percorso che porti alla stabilizzazione dei lavoratori precari e al superamento delle logiche emergenziali che da troppo tempo caratterizzano la gestione del personale.
La tutela del lavoro e la qualità delle produzioni artistiche devono andare di pari passo: solo così il Carlo Felice potrà continuare a rappresentare un’eccellenza culturale in grado di coniugare prestigio artistico e giustizia sociale.
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