Trascinata da un immenso Simone Giannelli, elettrizzata dai colpi di Daniele Lavia, calmata dai consigli di Fefé De Giorgi, l’Italia è campione del mondo.
La debolezza dell’avversario, lo sapevano gli azzurri, si misura in decibel. Man mano che il volume della Spodek Arena si è abbassato, specchio della paura dei favoriti polacchi, ha cominciato a prendere forma l’impresa. Il titolo mondiale, per un gruppo che nell’agosto dello scorso anno era un abbozzo di reduci di Tokyo e giovani da mettere alla prova, ed ora è in cima al pianeta del volley. Ventiquattro anni dopo l’Italia di Bebeto, che l’aveva ereditata da Velasco in Giappone nel 1998. Da allora niente, a livello mondiale, poi tutto all’improvviso.