La tradizionale Fiera del 2 luglio che ha sempre attratto operatori e clienti anche dalle regioni limitrofe quest’anno è stata sospesa.
Il sindaco di Chiavari Marco Di Capua ha annullato questo mercato, per timore che i molti ambulanti in arrivo dal Nord potessero riportare il Covid-19 nel Tigullio, infettando persone che attratte dalla fiera sarebbero arrivate numerose a Chiavari.
«Quella del sindaco è stata una scelta incomprensibile, perché ha privato Chiavari di un’importante giornata di lavoro per tutti, compresi i suoi stessi commercianti in sede fissa che, dalla presenza della Fiera, hanno sempre tratto un ritorno diretto.
È davvero un peccato perché, con un minimo di collaborazione, si sarebbe potuto arrivare facilmente ad un accordo ̶ commenta Marisa Carrea, vicepresidente Anva Confesercenti Genova e referente Fiere, che puntualizza ̶ Da settimane avevamo chiesto un incontro con l’amministrazione, in maniera da chiarire le legittime criticità sollevate dalla Polizia Municipale e ragionare sulle possibili soluzioni.
Ma quell’incontro non ci è mai stato concesso e, unilateralmente, il sindaco ha deciso di annullare la fiera, adducendo peraltro delle valutazioni discriminatorie nei confronti dei colleghi ambulanti in arrivo sì da altre regioni, ma titolari di regolare concessione comunale».
Roberto Zattini, presidente provinciale di Anva, preso atto di questa decisione del sindaco di Chiavari Marco Di Capua replica:
«Quanto accaduto a Chiavari è un fatto grave, perché la decisione del Comune va contro alle linee guida di governo e Regione che, invece, ormai da tempo hanno autorizzato la ripresa di fiere e mercati. I problemi evidenziati dalla Polizia Municipale sarebbero stati facilmente aggirabili sedendosi attorno a un tavolo, come, d’altra parte, abbiamo appena dimostrato con la Fiera di San Pietro che, a Genova, lo scorso 28 giugno si è svolta regolarmente, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e per la soddisfazione di tutti, operatori e clienti.
Gli ambulanti, infatti, non avrebbero avuto alcun problema a spostare il proprio banco un po’ più in là, anche a costo di rinunciare ad una piazzola commercialmente più appetibile, pur di soddisfare le nuove esigenze di sicurezza e garantire il regolare svolgimento della fiera». Il presidente provinciale di Anva puntualizza:
«Non comprendiamo, quindi, l’atteggiamento di chiusura adottato a priori dal Comune e che, ribadiamo, ha finito con il danneggiare gli stessi esercenti chiavaresi, per i quali la fiera avrebbe costituito una notevole fonte di indotto. Questa continua difformità di applicazione da Comune a Comune sta creando danni irreparabili alla categoria, già stremata dal lockdown, e non si capisce perché non ci possano essere interpretazioni condivise almeno a livello regionale: occorre intervenire per porre rimedio alla situazione.» Conclude Zattini. ABov