L’eliminazione dei filonazisti e la caduta della città-roccaforte del battaglione Azov, con base a Mariupol e riconosciuto ufficialmente dal governo Zelensky come parte integrante delle forze ucraine, significherebbe “la fine dei negoziati con la Russia”.
Secondo quanto ha riportato su Twitter il quotidiano Kyiv Independent, il presidente-comico Vlodomyr Zelensky ha inoltre riferito: “La Russia vuole che i difensori di Mariupol si arrendano. Ma l’Ucraina non si fida di Mosca alla luce della battaglia di Ilovaisk nel 2014 quando i separatisti massacrarono soldati ucraini disarmati”.
“I difensori di Mariupol – ha aggiunto Zelensky – si battono uno contro sei e hanno bisogno di armi pesanti il più presto possibile”.
Il Cremlino ha annunciato di avere praticamente annientato i soldati dell’Azov, i marines ucraini e i mercenari stranieri di ultradestra che sono asseragliati nell’area periferica dell’acciaieria della città-roccaforte del battaglione filonazista.
Mariupol, che ha fornito sostegno e supporto ai filonazisti ucraini, sta per cadere definitivamente in mani russe.
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Secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il Ministero della Difesa russo ha annunciato che “Mariupol è stata completamente ripulita da tutti i miliziani del battaglione Azov, dei mercenari stranieri e delle truppe ucraine” spiegando che i combattenti fedeli a Kiev “sono rimasti solo in periferia” e che “per loro l’unica possibilità di salvarsi è quella di deporre le armi”.
Da Mariupol, sempre oggi, “senza l’aiuto della parte ucraina sono state evacuate 954 persone e 139.678 dall’inizio delle evacuazioni verso la Russia”.
Inoltre, il Ministero della Difesa russa ha annunciato di avere evacuato “15.837 persone dal Donbass” verso la Russia soltanto oggi, tra questi “2.659 bambini”.
Dall’inizio delle operazioni, la Russia ha salvato dal teatro di guerra “837.157 persone delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk” precisando che “154.396 sono bambini”.